L’occupazione titina
TRIESTE, la prima guerra mondiale, e poi, col crollo del Regime fascista, l'occupazione titina...
Per tre giorni corse voce che ad una certa ora sarebbe giunta l’armata americana e tutti correvano ad accoglierla sull’unica strada che da Trieste portava a Capodistria, ma inutilmente.
Una mattina, invece, trovammo la cittadina occupata dalle truppe di Tito. Nessuno dei cittadini corse ad accoglierli. Quel giorno stesso i Titini si impossessarono di Capodistria, occuparono tutti gli immobili che erano stati dei Tedeschi, licenziarono gli impiegati del comune e cominciarono a comportarsi da padroni. In paese non si poteva circolare perché le ronde titine erano infinite. A tutti chiedevano documenti, cercavano fascisti e Tedeschi. Un collega d’ufficio, che era di origine slava, ci fece sapere che avevano sotto mira gli uomini del nostro ufficio e consigliò a noi giovani di presentarci al comitato di liberazione e di aderirvi se volevamo salvarci la vita.
Andammo a presentarci. Gli Slavi ci fornirono un moschetto e delle munizioni e ci assegnarono i posti ove fare la guardia. A me assegnarono una fabbrica di scope dove trascorsi diversi giorni. Intanto, i Tedeschi, che si erano ritirati sulle colline, di tanto in tanto, si facevano sentire, sparando qualche colpo di cannone o mortaio. Un giorno, mentre facevo la guardia alla fabbrica di scope, mi arrivò vicino al piede destro una scheggia di mortaio del peso di circa un chilogrammo. Qualche centimetro più avanti ed ora sarei mutilato in un piede. A terra, un enorme fosso, tanto che il piede destro restò appoggiato solo per la parte anteriore.
I giorni seguenti, per mostrarsi generosi nei confronti di coloro che avevano preso parte al comitato di liberazione di Capodistria, ci offrirono un buono di duecento grammi di carne di manzo. Passarono alcuni giorni e mi recai dal macellaio per ritirare la carne e mi riferì che era finita lo stesso giorno in cui l’avevano portata. “Una vecchia vacca”, mi disse, “che si è esaurita subito subito. I buoni rilasciati erano troppi, di quelle vacche ce ne sarebbero volute almeno dieci”. Il buono non lo consegnai dato, che non mi fu corrisposta la merce. Lo conservai inavvedutamente nel portafogli, insieme agli altri documenti, non pensando che mi sarebbe potuto servire.
Erano giorni tristi, regnava il caos, gli impiegati del Comune furono, prima, tutti licenziati, e, dopo qualche giorno, tutti richiamati, perché gli Slavi non sapevano nemmeno dove mettere le mani. Se ne raccontavano di cotte e di crude sul comportamento delle truppe. Tutte le mattine gli Italiani ci incontravamo nel caffè con la pensilina sostenuta da tre archi, dove sotto vi era qualche tavolino con le sedie. Una di quelle mattine, però, cominciò a mancare il primo tra noi, ci interrogammo tutti del perché. Poi, si seppe che gli avevano saccheggiato la casa e l’avevano portato in un campo di concentramento iugoslavo.
La storia non finì.
Continua in...
Carmelo Dugo
Uno scorcio della nostra e della mia storia
Due anni di vita in Istria
1943-1945
2014, 8°, pp. 80, € 9,00
Collana Mneme n. 45
ISBN 978-88-6954-000-4 

CLICCA SULL'IMMAGINE DELLA COPERTINA PER VEDERLA IN TUTTA LA SUA ESTENSIONE
(...)Il racconto di Dugo è il ricordo di un periodo buio, certamente pieno di ombre, indimenticabile, a volte avventuroso, foriero di speranze. Trasmette valori positivi. Questo racconto dovrebbe essere letto soprattutto dai giovani. È la narrazione lucida e puntuale di una società, la cartolina non sbiadita e ricca di particolari, sono appunti di una storia dove il protagonista è un giovane, intraprendente ma fortunato, un uomo poco esperiente ma con una grande onestà intellettuale, prima che morale, trasmessa intatta ai suoi discendenti e giunta a noi, che si inventa pur di sopravvivere, per cercare di vivere il più a lungo possibile. Sono pillole che possono essere ingurgitate subito ma deglutite lentamente. È anche l’esposizione reale della speranza per un’esistenza migliore, un resoconto che riusciamo forse ad immaginare, ma che non abbiamo conosciuto direttamente.
Dott. Michelangelo Trebastoni
Direttore Servizio Regionale Turistico
di Piazza Armerina |
CLICCA SULL'IMMAGINE
PER ASCOLTARE LA CANZONE DELLA GRANDE GUERRA

|
EDIZIONE 2014-2015
LIBRI DI-VERSI IN
DIVERSI LIBRI
in memoria di Nuccio Caruso
 
OGNI GIORNO, A PARTIRE DALL'1 FEBBRAIO, UN NUOVO NOME
ECCO I NOMI DEI POETI SELEZIONATI
VINCITORI DI UNA PUBBLICAZIONE
ALLA QUARTA EDIZIONE DEL CONCORSO
IN ORDINE ALFABETICO:
{Pagina aggiornata a
Lunedì 5-10-2015 10:30
}
Patrizia Andrich, Sebastiano Artale, Berta Biagini,
Loredana Borghetto, Veronica Bravato, Anna Campisi,
Corrado Cancemi, Maria Grazia Cavallaro,
Anna Maria Chiapparo, Paolo Cillo, Salvatore Coffa,
Mario Dainese,
CONTINUA domani con un altro nominativo
Clicca sulle copertine per vederle in tutta la loro estensione
Clicca sul nome dell'autore per accedere alla sua pagina all'interno di questo sito

REGOLAMENTO DELL'EDIZIONE 2014-2015
 SCARICA IL BANDO IN WORD
|
|